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2009-06-04
Ecoballe e cdr, in un libro la denuncia
di Eduardo di Blasi
Il Combustibile Derivato dai Rifiuti (Cdr) deve essere composto essenzialmente dalla cosiddetta frazione secca (carta e plastica), che ha un maggiore potere calorifero (di coseguenza, bruciando, produce maggiore elettricità).
Per tale ragione, per valutarne la "qualità", si ricorre ad un parametro di facile valutazione: l’umidità. Maggiore umidità è presente nel rifiuto, minore sarà il potere calorifero del rifiuto medesimo (è come dare fuoco a un tronco asciutto o a uno bagnato).
È la legge, con il decreto 5 febbraio del ‘98, a fissare quanta umidità possa essere contenuta nel "combustibile" per essere definito tale: il 25% (con un potere calorifero minimo, per gli amanti della termodinamica, di 15mila kilojoule per chilogrammo). Non di più.
In Campania vengono costruiti da Impregilo, non senza difficoltà, sette impianti di Cdr: Giugliano (Na) Caivano (Na), Tufino (Na), Santa Maria Capua Vetere (CE), Pianodardine (Av), Battipaglia (Sa) e Casalduni (Bn). Compito di questi impianti è accogliere immondizia differenziata e differenziarla ulteriormente per poi compattarla ottenendo il "cdr" da inviare all’inceneritore (di Acerra).
Nel processo in svolgimento a Napoli contro i vertici di Impregilo e l’allora Commissario ai Rifiuti campano Antonio Bassolino, il consulente dell’accusa Paolo Rabitti (autore del libro "Ecoballe" edito da Aliberti), attingendo alla documentazione della Montgomery Watson (la società "terza" incaricata dalle banche del project financing di Fisia-Impregilo) sostiene che le "ecoballe" che escono dagli impianti di cdr non possono essere cdr. Hanno un’umidità di circa il 40% (segno di una cattiva vagliatura) e un potere calorifero intorno ai 12mila kilojoule per chilogrammo.
03 giugno 2009
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il SOLE 24 ORE
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2009-06-04
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